Il Colore delle Rose
~ 3° parte ~
 
 
 
Tutti insieme, contro loro due, poteva essere quella, la fine…André scacciò via il prepotente desiderio che aveva di morire, lì, su quella strada, magari fra le sue braccia.
Lo sostenne la paura che se fosse morto forse sarebbe potuta morire anche lei.
Dio non lo aveva forse fatto nascere per difenderla col suo immenso, sconfinato amore?
Era quello, il suo compito.
Mise ardore e potenza nei suoi colpi tanto che la stessa Oscar ne fu stupita.
Da quanto André era divenuto così abile con la spada?
Aveva una tale furia nello sguardo ed erano così maestosi i suoi movimenti..!
E poi era magnifico con quei capelli sciolti sulle spalle robuste, bello come un dio greco…
Ma a cosa stai pensando, Oscar, sei impazzita?
Si sentì travolta, annientata da quei pensieri assurdi e soprattutto provò a chiedersi da cosa fossero dettati.
Continuavano a menar colpi, qualcuno cadde sotto essi, ma Oscar e André si ritrovarono l’uno affianco all’altro, esausti e i loro avversari erano ancora troppo numerosi.
“ Che facciamo, Oscar?” chiese André, preoccupato.
Oscar strinse con più forza l’elsa della sua spada.
Si sarebbero battuti fino alla morte, se era necessario, ma non avrebbe mai, per nulla al mondo, permesso che venisse fatto del male ad André.
Non s’interrogò più sui reali motivi che le provocavano simili pensieri, sopravvivere, ora, era il suo unico intento.
“ Io dico di ucciderli entrambi..” mormorò uno degli assalitori al suo capo.
Questi annuì.
“ Sì, sono pericolosi..Meglio finire in fretta il lavoro e accontentarsi della ricompensa pattuita, se dovessero scapparci..” non finì la frase.
Un cenno d’assenso e si gettarono incontro ai due, ma sia Oscar che André erano pronti a riceverli.
Un terzo uomo caricò la pistola.
Prese la mira.
André si destreggiava tra due avversari, Oscar era in balìa d’altri due ma sembrava avere la meglio ed in più era sulla sua traiettoria.
Ma sì, pensò l’uomo, meglio farla finita presto e quel verme di un servo non sarebbe stato un pericolo.
Aggiustò il tiro.
La donna era impegnata nel duello, non se ne sarebbe neanche accorta…
Adesso, che era il momento giusto..!
D’istinto si era voltato, André.
Aveva intuito immediatamente le intenzioni dell’uomo e si era sentito morire.
Da quella distanza, la sua Oscar sarebbe potuta…
“..No!” pensò.
Gridarle di stare attenta l’avrebbe solo distratta, facendole perdere, oltre alla concentrazione, il duello con la spada.
Che cosa poteva fare?
Si ritrovò davanti a lei senza rendersene conto, prima ancora che la pistola sparasse, prima che lei potesse stupirsi, o fermarlo, o proteggerlo…
Se lo vide dinanzi all’improvviso, col proiettile che gli passava accanto urlando e la spada del duellante che gli tagliava di netto sul petto la camicia bianca.
Oscar rimase paralizzata, la spada le scivolò a terra e non le riuscì di muovere un solo muscolo nel tentativo di raccoglierla.
André era fermo davanti a lei, poteva sentire l’inconfondibile odore della sua pelle, quasi sfiorargli i capelli morbidi, sentirlo tremare al tocco delle sue mani..
Come la sera prima, quando l’aveva baciata per la prima volta e aveva sentito i suoi muscoli tendersi per l’incontenibile desiderio che aveva di lei.
Le braccia dell’uomo le facevano da scudo assieme al suo corpo caldo e se avesse potuto leggergli negli occhi, vi avrebbe scorto la profondità del suo folle sentimento.
“ Non vi azzardate a toccarla…” sibilò, a denti stretti, per nulla piegato dal dolore che la ferita al petto doveva senz’altro causargli.
Gli uomini arretrarono, per un istante paralizzati da tanta ostinazione, dalla decisione con cui quello sciocco servo aveva preso le difese della donna.
Durò brevi attimi la loro perplessità, erano lì per una missione, erano stati pagati, per essa, no?
Per la Francia, per un popolo oppresso, per la libertà e l’uguaglianza, oltre che per denaro, a morte tutti i nobili e chi si schierava dalla loro parte!
Le mani di Oscar corsero a stringergli le spalle mentre il cuore accelerava i battiti e gli occhi le si riempivano di lacrime.
Stava per supplicarlo di farsi da parte, di non sprecare la sua vita per lei così ingrata nei confronti di tanto gratuito amore, ma l’eco lontano di voci e un rumore di zoccoli che si avvicinava velocemente riaccese la speranza sul suo pallido viso.
Tutto accadde velocemente.
Uomini giunsero su cavalli nervosi e ribelli, imbracciavano arnesi da campagna di certo meno nobili di una spada, più rozzi rispetto ad una pistola, ma ugualmente gli assalitori impallidirono, arretrarono, tentarono di scappare riuscendovi, infine, dileguandosi di gran carriera, com’erano giunti.
Oscar respirò, sollevata, mentre uno dei suoi salvatori scendeva da cavallo e le andava incontro.
Il suo tono di voce era leggermente preoccupato e sul volto, in ogni caso, recava la felicità di rivedere madamigella Oscar.
E lei, ora che lo aveva davanti, riconosceva Sugànne, uno dei contadini che lavoravano per la famiglia Jarjayes.
André le fu subito accanto.
Con una mano si teneva il petto, l’altra poggiava sul fianco.
Aveva un’aria sofferente ma la voce era quella di sempre, forse più calda del solito mentre incontrava lo sguardo del loro amico.
“Philippe..” mormorò, con un sorriso.
Altri uomini scesero da cavallo, uno di questi, un ragazzo dai lunghi capelli biondo cenere, si avvicinò ad Oscar e le disse, con trepidazione e una sorta di commozione che rese lucenti i profondi occhi scuri:
“ Madamigella Oscar..Sono così felice di vedervi..! Siete…come vi ricordavo, sapete? Bella come il sole..!”
Oscar sbatté le lunghe ciglia, perplessa.
Ma chi era quel tipo?
Assurdo..Aveva un’aria vagamente familiare e dei modi di presentarsi alquanto sbrigativi!
E nonostante non si fosse voltata a spiare la reazione di André, sapeva che c’era stata e al pensiero le venne da sorridere.
Intanto, Sugànne aveva affibbiato al ragazzetto una sonora pacca sulla schiena e aveva annunciato, fiero.
“ Questo è Gilbert, madamigella Oscar! Mio figlio, quello che voi avete salvato anni fa..e per cui io non finirò mai di esservi riconoscente!”
Sia Oscar che André esplosero in un’esclamazione di sorpresa mentre all’unisono esclamavano:
“ Il piccolo Gilbert?!”
“Già!” riprese il padre, ignorando l’espressione improvvisamente offesa di suo figlio.
“Fortuna che ci trovavamo in zona e abbiamo udito le vostre voci! Avete idea di chi fossero quegli uomini…di cosa volessero da voi..?”
Al diniego di Oscar seguì un lamento soffocato.
Tutti si girarono a cercare André ma questi si era improvvisamente accasciato.
Dalla mano che teneva premuta sul torace scaturì copioso il sangue e il respiro divenne un rantolo, la voce un flebile sussurro.
“Nulla..non è nulla..” mormorò.
Oscar gridò e si gettò su di lui.
Su quel petto posò una mano, incurante del sangue, abbracciò quel corpo, annientata dalla più dolorosa paura.
“André, no..!” lo supplicò.
Lui la guardò sofferente e tentò di sorriderle.
Forse avrebbe anche desiderato parlare, ma tutto si fece buio attorno a sé, non scorse più né i capelli biondi né la luce viva in fondo agli occhi di Oscar.
Ebbe paura mentre un gran freddo avvolgeva le sue membra.
Credette di morire e nell’attimo in cui sprofondò nell’incoscienza si sentì solo, abbandonato e infinitamente triste, l’unico dolore che sentiva era quello di sapere di non poterla mai più stringere, toccare o solo desiderare.
Chiuse gli occhi e una lacrima gli scivolò lungo il viso, mentre l’amata gli stringeva il capo sul cuore.

***

“Le sue condizioni non sono gravi, la ferita non è molto profonda..”
Il medico si sollevò da André.
“Tuttavia…” s’interruppe.
Oscar tremò leggermente mentre chiedeva:
“..Cosa, dottore?”
L’uomo parve pensarci un attimo, quindi concluse:
“ Ha perso parecchio sangue e questo mi preoccupa un poco. Deve assolutamente riprendere conoscenza, dopodiché gli occorrerà riposo assoluto e una ricca alimentazione. Deve riacquistare le forze..!”
“Oh, non dubiti! Non gli mancherà certo da mangiare!” asserì Oscar.
“ Anche quest’ambiente..” continuò il medico indicando le mura scrostate e verdognole di quella misera casa che era la dimora del suo amico Sugànne. “..non è molto salutare. L’umidità non può certo far bene ad André! So che portarlo qui è stata l’unica soluzione, la tenuta di Arras è ad un’ora di strada, ma lì avrebbe ricevuto cure migliori.”
“ Lo so..” mormorò Oscar. “..Ma..accenderemo il fuoco! Riscalderemo questa stanza, eh, Gilbert..?..Sugànne?”
Sugànne abbassò lo sguardo, Gilbert, invece, parlò:
“ Ci spiace di non potervi essere utili, madamigella Oscar..Vedete, non abbiamo di che scaldarci in pieno inverno, figuriamoci all’inizio di primavera..! E in quanto al mangiare..Non c’è carne, né frutta, tanto meno pane..Non abbiamo niente al di fuori della fame!” Incredibile…
Nulla, dunque, era cambiato dall’ultima volta!
Già..quei volti scarni, scavati, i corpi affaticati dal troppo lavoro, dalle molte privazioni.
Cosa poteva fare?
Trasportare André in quelle condizioni era impensabile, ma non poteva neanche lasciare che morisse di freddo e di fame!
“Penserò io a procurare legna da ardere e qualcosa da mangiare” annunciò Oscar alzandosi in piedi.
Al tentativo di protesta del padrone di casa, aggiunse:
“ André è mio amico. Mi ha difesa a costo della vita, non c’è.. nient’ altro che io possa fare per il mio..amico.”
Un nodo le chiuse la gola e tentò di fuggire, prima che potessero vederla piangere.
“ Oscar, aspettate!”
Gilbert le prese un braccio e arrestò la sua corsa.
Si parò davanti a lei, lo sguardo deciso, severo, troppo duro per essere quello di un ragazzetto che poteva avere sì e no sedici anni.
“ Non vi permetterò di uscire da sola! Dimenticate che quegli uomini hanno cercato di uccidervi e potrebbero essere ancora là fuori ad aspettarvi!”
Lo sguardo di Oscar si fece tagliente.
“ So badare a me stessa..”
“No, non sapete farlo!” rincarò la dose il giovane “..L’avete detto voi che André vi ha difeso a costo della vita..! Se non fosse stato per lui, forse a quest’ora sareste già morta!”
“Gilbert!” lo richiamò il genitore.
“ Come osi parlare così a madamigella Oscar? Chiedi subito scusa!”
Lui gli lanciò uno sguardo di supplica:
“ Ma..padre..”
“ Immediatamente!”
Ma Oscar scosse il capo.
“No, non serve, Sugànne..” si rivolse a Gilbert. “ Tu cosa faresti al mio posto?” chiese, tentando di sorridere.
La risposta di Gilbert non si fece attendere.
“Mi farei accompagnare da qualcuno di cui possa fidarmi ciecamente!”
“..Ossia?”
“Da uno come me!” disse, battendosi un pugno sul petto.
Oscar rimase colpita dalla fierezza che lesse in quegli occhi.
Erano ardimentosi, impavidi, le ricordavano lei tanti anni prima, coi suoi entusiasmi e l’orgoglio d’essere uomo.
Una rosa rossa…
Scacciò seccata quel pensiero.
Le parole di André, le aveva ancora nelle orecchie..!
“ Non c’è tempo da perdere! Dottore, saremo presto di ritorno.” corse fuori.
Gilbert fece per seguirla, ma il padre lo richiamò.
Quando si girò a guardarlo, in attesa, Philippe gli raccomandò:
“ Sta’ attento! E prenditi cura di Madamigella Oscar!”
Lo impensierì il sorrisetto di Gilbert, lo sorpresero le sue parole.
“ Non temete, padre..Farò come André!”
E sparì fuori, inghiottito dal sole di mezzogiorno.
 

Fine 3° parte
 

                                                                                                                                    Laura
 

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